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I mercati all’epoca del covid: meglio agire nel lungo periodo o aprire e chiudere posizioni in giornata?

Dopo lo storno avvenuto in concomitanza dello scoppio della pandemia, in molti investitori si chiedono quale sia la migliore strategia da adottare ad investire attualmente nei mercati. Va da sé che una ricetta buona per tutti i palati non esiste: ogni investitore, infatti, ha esigenze ed aspettative diverse, nonché orizzonti temporali differenti in base, in primis, all’accettazione del rischio che è in grado di sopportare.

In una fase particolarmente delicata come quella odierna, dove l’economia viaggia sui binari della recessione, che potrebbe aggravarsi ulteriormente se la diffusione del virus dovesse tornare a salire come nel mese di marzo, l’approccio consigliato è volto alla prudenza, ossia, qualora si investisse in mercati esposti alla volatilità, di optare per un orizzonte temporale di lungo termine.

Volatilità sui mercati: un rischio oppure un’opportunità?

Questo, perlomeno, è il suggerimento che si è solito dare nelle fasi di grande incertezza, dove l’economia vive una fase recessiva e la luce in fondo al tunnel è lungi dall’essere raggiunta a breve. I mercati finanziari, però, sono spesso anticipatori delle tendenze economiche future. Ed è per questo motivo che un numero nutrito di esperti, pur facendo presenti i rischi attuali, tendono a pensare che il grosso dello storno sia avvenuto nel mese di marzo.

La volatilità, per quanto ovvio, la farà da padrona ancora per alcuni mesi, ma difficilmente si dovrebbero rivivere giornate catastrofiche, come avvenne quando fu emanato il primo decreto ministeriale post covid, che portò a dei ribassi macroscopici in un solo giorno. Piazza Affari, in tal senso, ne è il più fulgido esempio: Milano, infatti, rintracciò del 17% in un’unica seduta. Situazioni, in base al parere di alcuni professionisti del settore, che difficilmente si dovrebbero ripetere.

Quando i mercati sono esposti alle oscillazioni, i risparmiatori si dividono in due categorie: chi tende a stare fermo in attesa che passi la “buriana” e chi, invece, tende a sfruttare il momento per cavalcare le opportunità che i mercati, anche in momenti di grande incertezza, sono pronti ad offrire. Pur non essendo equiparabili le crisi tra loro, in quanto originatesi per motivi differenti, anche quelle del 2008 e 2011 si sono rivelate, col passare del tempo, foriere di ottimi profitti a chi ha creduto nei mercati in quelle delicate fasi.

Operare intraday: quali sono i vantaggi?

Anche in quei momenti, contraddistinti indubbiamente da una elevata volatilità, molti risparmiatori hanno saputo cogliere degli ottimi rendimenti operando in maniera decisamente snella ed agevole, aprendo e chiudendo posizioni in giornata. Questo modus operandi equivale a fare trading intraday, che è possibile eseguire cercando di sfruttare alcuni fattori, come i grafici di analisi tecnica, reperibili nei siti dei broker più affidabili, e i rumors riguardanti un determinato titolo.

Prendendo spunto da quest’ultimo elemento, in molti ricorderanno quanto avvenuto al titolo Juventus nell’estate di due anni fa, che coincisero con lo sbarco di Cristiano Ronaldo alla corte della Vecchia Signora. In quel caso, il titolo delle società calcistica piemontese ebbe dei forti rialzi man mano che aumentavano le possibilità che il fuoriclasse portoghese venisse acquistato: non furono pochi i trader che cavalcarono quel rumors e portarono a casa notevoli guadagni con ripetute operazioni intraday.

I vantaggi ad approntare a questa operatività non sono pochi, come sanno perfettamente i trader più speculativi, che effettuano operazioni intraday ripetutamente, sfruttando in molti casi anche l’effetto leva, che è in grado di amplificare sia guadagni che, viceversa, le perdite. Operare in questa breve gittata temporale, inoltre, esclude che il valore della posizione aperta possa essere deturpato da notizie avverse della notte.

In buona sostanza, l’attività intraday può rivelarsi foriera di grandi soddisfazioni, ma preclude, per quanto ovvio, che l’investitore accetti di assumersi un grado di rischio certamente non basso: questa operatività, di conseguenza, deve riguardare solo una parte del proprio portafoglio.